A proposito di "generation gap" c'è una frase che va di moda oggi, sui giornali, le riviste, in tv: "l'arte è sempre stata contemporanea". E' un ottimo uso del passato prossimo, per qualcosa che è iniziato nel passato ma vale ancora oggi. il senso della frase è che se l'arte contemporanea ci confonde, ci stupisce, spesso ci irrita... o fa scandalo, come questa statua di Michelangelo (Pistoletto) - artista contemporaneo, piazzata nel bel mezzo del Piazzale di Porta Romana a Firenze,    

lo scandalo fra i contemporanei lo hanno provocato le opere d'arte in ogni tempo, anche al tempo di Michelangelo (Buonarroti), celebre anche per il suo clamoroso "non-finito".

Per quanto la frase "L'arte è sempre stata contemporanea" sia in perfetto italiano, e suoni bene, e funzioni bene come slogan, non si può sottoscrivere: 'arte contemporanea' è in primo luogo una etichetta che si da all'arte di un periodo storico ben definito, che grosso modo va dalla fine delle avanguardie storiche all'oggi. E quindi esiste soltanto oggi, così come l'arte Rinascimentale è esistita solo nel XV e XVI secolo. Ma anche se per 'contemporaneo' intendiamo l'aggettivo nel senso più vasto, e quindi nel senso che l'opera d'arte metta sempre in crisi il pubblico nel momento in cui esce - non è così: ogni periodo artistico ha conosciuto un rapporto specifico tra pubblico e opera d'arte. E di solito l'artista ha sempre cercato di essere ben inserito nella società che lo circondava, di soddisfare committente e pubblico ; l'idea dell'arte che spiazza e scandalizza è solo degli ultimi cento anni. Per venire a Michelangelo (Buonarroti) anche le difficoltà dei contemporanei nell'apprezzare certe sue opere furono dovute - oltre che al suo carattere, ma questa è un'altra storia -  alla sua necessità di portare alle estreme conseguenze il dettato del suo genio, non certo ad un'intenzione di andare contro un canone, o contro i gusti dei fruitori dell'epoca.