Riflessioni sull'uso dell'indicativo e del congiuntivo per indicare causa e scopo

Stefano Papaleo

Causa vs scopo: indicativo vs congiuntivo

Qual è la differenza tra queste due frasi?

  1. Te lo dico perché mi capisci.
  2. Te lo dico perché mi capisca.

Una sola lettera cambia l’intero significato. Com’è possibile? Magia o grammatica?

Nella prima frase si usa l’indicativo presente “capisci” perché indica la causa per la quale il parlante ha deciso di dire qualcosa all’interlocutore, colui che – appunto – capisce.

Per comodità, chiamiamo A chi pronuncia la frase e B colui che l’ascolta. A sa che B lo capisce e per questo motivo gli racconta qualcosa. Probabilmente A e B si conoscono da tanto tempo e sono amici e quindi A sa che è molto probabile che B capirà (e magari sarà anche d’accordo) con ciò che gli racconta A.

La comprensione di B nei confronti di A è la causa del racconto di A a B. La comprensione precede la decisione di raccontare; è proprio perché A sa che B lo capirà che A dice a B qualcosa.

Se B non capisse così bene A, A non racconterebbe a B quella determinata storia.

Il “perché” nella prima frase indica la causa, il motivo.

Nel secondo caso invece, si usa il congiuntivo presente “capisca” perché la comprensione da parte di B nei confronti di A è l’obiettivo di A, non la causa. A spera che B capisca. A racconta a B sperando di essere capito, usa il racconto per ottenere comprensione. La comprensione in questo caso segue il racconto, è lo scopo del racconto di A a B, non la causa.

A e B in questo caso forse non si conoscono o comunque A non è sicuro (come invece nel primo caso) che per questa particolare circostanza, B sia già d’accordo con A. Magari è un argomento o un atteggiamento nuovo che A e B non hanno mai trattato. A, raccontando a B cerca di spiegarsi, tenta di raccontare le ragioni per cui ha fatto quello che ha fatto e di ricevere la comprensione di B.

Nella seconda frase “perché” indica uno scopo, un fine e può essere sostituito da sinomimi come affinché, al fine di, allo scopo di, per ecc.

Nel primo caso invece A ha già motivi più validi per sapere in anticipo che B capirà.

Ancora una volta, vediamo l’indicativo usato per fatti più reali, concreti, sicuri e il congiuntivo invece per desideri, speranze, ipotesi.

Possiamo riscrivere le due frasi in questi modi:

Primo caso:

  1. Te lo dico perché so che mi capisci/capirai.
  2. Te lo dico perché so di essere capito.
  3. So che mi capisci e quindi te lo dico.
  4. Il motivo per cui te lo racconto è che so che mi capisci.

Secondo caso:

  1. Te lo dico per essere capito.
  2. Te lo dico perché spero di essere capito.
  3. Te lo dico perché credo/spero che tu mi capisca.
  4. Te lo dico affinché tu mi capisca.
  5. Spero che tu mi capisca, quindi provo a dirtelo.

Sono differenze sottili, particolari e, tutto sommato, in entrambi i casi A vuole essere capito, come tutti noi del resto, vero?

Added to Saved

This column was published by the author in their personal capacity.
The opinions expressed in this column are the author's own and do not reflect the view of Cafetalk.

Comments (0)

Login to Comment Log in »

from:

in:

Преподает

Language Fluency

Итальянский   Native
Английский   Near-Native
Испанский   Fluent
Немецкий   Daily conversation

Сейчас популярно

« Back to List of Tutor's Column
Got a question? Click to Chat